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Licia armeggiò col cofanetto. La serratura pareva inceppata dal tempo e dall'umidità. Si udÏ uno scricchiolio. Il cofanetto si aprì, sprigionando un aroma penetrante: un miscuglio di spezie, incenso e terra bagnata. L'interno era foderato di velluto e diviso in scomparti. C'era un vasetto sigillato con la ceralacca, dei bussolotti di rame, un taccuino in tela cerata, una bacchetta e uno strano oggetto dalle molte facce. Sul taccuino c'era scritto: “Ubiquamdum”.
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